Da più di 1500 anni la storia del borgo rimane sospesa tra lo spazio e il tempo

Il Borgo nasce su un antichissimo insediamento benedettino del VI sec sui resti di una villa romana. S Benedetto, con la sua regola “Ora et Labora”, traccia la linea guida per lo sviluppo del fenomeno monastico nell’Occidente. Il seme della regola produce straordinari frutti, quali nuovi importanti insediamenti come Cassino, Farfa e San Vincenzo al Volturno. Tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo il proliferare di monasteri genera, per l’affannosa ricerca di aree idonee, una nuova forma di insediamento: i nuovi monasteri sorgono non più in aree impervie e isolate, ma a ridosso di aree urbane, come l’antica Privernum, su resti di preesistenti basiliche e aree controllate direttamente dai vescovi.

A dispetto quindi di una tradizione basata sulla credenza che dipingeva la zona di Fossanova come totalmente insalubre, si può immaginare l’area fra Privernum e la stessa Fossanova come un “continum” di vita a forte valenza urbana e suburbana.

Nel 1135 per volontà di Papa Innocenzo II, il territorio intorno a Fossanova passa all’ordine dei Cistercensi. Il nome dell’ordine trae spunto da Citeaux, località sita nella Francia orientale, chiamata Cistercium al tempo dei romani.

E’ lì che viene fondata nel 1098, un’abbazia dalla quale prende il via la nuova esperienza monastica il cui credo è “Povertà”, evidente e ricorrente anche nella scelta architettonica dei fabbricati e delle abbazie che spoglia le costruzioni di abbellimenti e decorazioni.

Il credo cistercense viene completato dall’applicazione del lavoro manuale dei campi alla vita dei monaci. Il vincolo di“carità” influenza anche il sistema di diffusione dell’ordine e le abbazie “madri” generano le abbazie ”figlie”. Il Padre di questa esperienza è S.Bernardo di Clairvaux che intorno al 1120 incentiva la nascita delle prime abbazie in Italia. La presenza di uno stanziamento cistercense in Italia è solo apparentemente autonomo, perché in realtà rinforza su tutto il territorio, la presenza politica della Chiesa provata da una dura lotta fra l’antipapa Anacleto IV ed Innocenzo II, per la conquista del soglio pontificio.

Secondo le consuetudini “imprenditoriali” dei cistercensi, i monaci cercano di ampliare i loro possedimenti acquistando e accettando in dono terreni adatti ad essere più produttivi.

Una spinta importante arriva, dalla chiesa per mano di papa Onorio III, che autorizza lo ius deviationis, il diritto a scavare nuovi canali (da cui Fossa Nova) per regolamentare e migliorare il regime idrico. (fonti : la Riscoperta di Fossanova di Giovanni Maria De Rossi)

Nel 1274 dopo un lungo cammino arriva a Fossanova San Tommaso D’Aquino, frate domenicano, esponente della Scolastica, definito Doctor Angelicus dai suoi contemporanei. Venerato come santo dalla Chiesa luterana e dalla Chiesa cattolica che dal 1567 gli attribuisce il titolo di Dottore della Chiesa. Tommaso rappresenta uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa cattolica: il suo pensiero è anche il punto di raccordo fra la cristianità e la filosofia classica. E’ la fine di gennaio del 1274 quando Tommaso e il suo segretario si mettono in viaggio per recarsi a Lione al Concilio che Gregorio X convoca per il 10 maggio.

Dopo qualche giorno di viaggio arrivano al castello di Maenza dove abita la nipote Francesca, Signora del luogo. Tommaso si ammala. Dopo qualche giorno, riprende il cammino verso Roma, ma deve nuovamente fermarsi a riprendere forze qui, nell’abbazia di Fossanova. Appena varcata la soglia dell’abbazia pronuncia parole come a conoscenza della sua fine imminente…“questo è il luogo del mio riposo per sempre; vi abiterò perché l’ho scelto”. Tommaso sopravvive a Fossanova per qualche tempo. Muore mercoledì 7 marzo 1274.

Una spinta importante arriva, dalla chiesa per mano di papa Onorio III, che autorizza lo ius deviationis, il diritto a scavare nuovi canali (da cui Fossa Nova) per regolamentare e migliorare il regime idrico. (fonti : la Riscoperta di Fossanova di Giovanni Maria De Rossi)

Nel 1274 dopo un lungo cammino arriva a Fossanova San Tommaso D’Aquino, frate domenicano, esponente della Scolastica, definito Doctor Angelicus dai suoi contemporanei. Venerato come santo dalla Chiesa luterana e dalla Chiesa cattolica che dal 1567 gli attribuisce il titolo di Dottore della Chiesa. Tommaso rappresenta uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa cattolica: il suo pensiero è anche il punto di raccordo fra la cristianità e la filosofia classica. E’ la fine di gennaio del 1274 quando Tommaso e il suo segretario si mettono in viaggio per recarsi a Lione al Concilio che Gregorio X convoca per il 10 maggio.

Dopo qualche giorno di viaggio arrivano al castello di Maenza dove abita la nipote Francesca, Signora del luogo. Tommaso si ammala. Dopo qualche giorno, riprende il cammino verso Roma, ma deve nuovamente fermarsi a riprendere forze qui, nell’abbazia di Fossanova. Appena varcata la soglia dell’abbazia pronuncia parole come a conoscenza della sua fine imminente…“questo è il luogo del mio riposo per sempre; vi abiterò perché l’ho scelto”. Tommaso sopravvive a Fossanova per qualche tempo. Muore mercoledì 7 marzo 1274.

Le spoglie di Tommaso d’Aquino sono conservate nella chiesa domenicana detta Les Jacobins a Tolosa. La reliquia della mano destra, invece, si trova a Salerno nella chiesa di San Domenico mentre l’insigne reliquia del suo cranio è custodita e venerata nella Cattedrale di Priverno.

Nel medioevo Fossanova vive il periodo più florido divenendo centro insigne di arti, ma a partire dal secolo successivo comincia una lenta ma inarrestabile discesa che, accentuata dall’istituzione della Commenda alla metà del XV secolo, si conclude nell’Ottocento con la completa trasformazione del complesso abbaziale in Borgo rurale.

Nel 1874 Fossanova viene dichiarata Monumento Nazionale.

Arriva ai giorni nostri passando in proprietà a famiglie importanti quali i marchesi Polverosi ed i principi Borghese. Grazie alla famiglia Di Stefano, proprietaria da quattro generazioni di molti fabbricati che la compongono, il borgo è vincolato ai beni paesaggistici dal 1959 e a quelli architettonici dal 1977.

Le spoglie di Tommaso d’Aquino sono conservate nella chiesa domenicana detta Les Jacobins a Tolosa. La reliquia della mano destra, invece, si trova a Salerno nella chiesa di San Domenico mentre l’insigne reliquia del suo cranio è custodita e venerata nella Cattedrale di Priverno.

Nel medioevo Fossanova vive il periodo più florido divenendo centro insigne di arti, ma a partire dal secolo successivo comincia una lenta ma inarrestabile discesa che, accentuata dall’istituzione della Commenda alla metà del XV secolo, si conclude nell’Ottocento con la completa trasformazione del complesso abbaziale in Borgo rurale.

Nel 1874 Fossanova viene dichiarata Monumento Nazionale.

Arriva ai giorni nostri passando in proprietà a famiglie importanti quali i marchesi Polverosi ed i principi Borghese. Grazie alla famiglia Di Stefano, proprietaria da quattro generazioni di molti fabbricati che la compongono, il borgo è vincolato ai beni paesaggistici dal 1959 e a quelli architettonici dal 1977.

Oggi l’abbazia è custodita e gestita dalla Confraternità del Verbo Incarnato che con l’aiuto degli abitanti più appassionati hanno riaperto l’oratorio e il cuore della gente. Il progetto allo studio degli enti preposti è fare dell’abbazia di Fossanova, un polo universitario per gli studi tomistici: il sogno di tutti noi sarebbe avverato.

Oggi l’abbazia è custodita e gestita dalla Confraternità del Verbo Incarnato che con l’aiuto degli abitanti più appassionati hanno riaperto l’oratorio e il cuore della gente. Il progetto allo studio degli enti preposti è fare dell’abbazia di Fossanova, un polo universitario per gli studi tomistici: il sogno di tutti noi sarebbe avverato.