Ricordi freschi…

La sua incantevole corte rossa di casette, di magazzini e granai è sorta gradualmente nei secoli intorno all’abbazia, a servizio della comunità religiosa prima, e dell’attività agricola poi, incrementata dalla trasformazione di Fossanova intorno ai primi dell’800, in borgo agricolo e tenuta di famiglie importanti, quali i Braschi, i principi Polverosi e i Borghese.

I fabbricati nei secoli sono stati ricovero per viandanti, pellegrini e animali, e poi dimore di prìncipi, papi, abati e famiglie di contadini, vissute qui per generazioni. Ma soprattutto è stato ed è, luogo molto amato, teatro incantevole per noi tutti, che continuiamo a viverlo grazie ai meravigliosi ricordi.

Nel nostro sentire è vivo il profumo del Forno di Albino con le sue pagnotte calde e ancora prima quello del grande forno comune che sulla piazza centrale si accendeva per cuocere il pane di tutti. Era occasione di festa, come sbattere insieme i panni insaponati sulla pietra della vecchia fiumetta.

Accanto alla bottega di Albino, negli anni ’50 la casa della levatrice e il laboratorio di restauro di mobili antichi; più giù, in quello che poi sarebbe diventato il bar di Pietro e la gioia dei primi gelati confezionati, c’era il laboratorio del falegname, e poi l’emporio di Maria Antonietta e la sua tradizione di bomboniere. Sotto l’ultimo archetto, per qualche anno l’intrepida avventura ortofrutticola dell’amata Fiorella.

Il bel negozio Cose di borgo che ad ogni angolo di Fossanova aveva dedicato una ceramica, un sottopiatto con le foto dell’epoca, un gioiello antico e una cartolina fatta a mano.

Il laboratorio di restauro di Tina e Gérard, indimenticabili gli acquarelli preziosi e malinconici. Risalendo verso la torre merlata d’ingresso, voluta dai principi Borghesi fra ‘800 e ‘900, nei magazzini della scuderia, Carlo il ramaio, per anni ha lavorato instancabile… su paioli, alari e bellissime conche di rame. L’acre aroma di metallo, fuoco e acidi lucidanti è ancora vivo in quei muri.

Sotto la tettoia “Monterubianesi” Alessandro il fabbro batteva e forgiava il suo ferro. Più su la coraggiosa avventura dell’emporio nella vecchia dispensa di Luciano ed Elvira Magliozzi.

Molti gli avvicendamenti… delle attività e degli abitanti, tutti hanno lasciato una traccia profonda in questo luogo.

La mia famiglia

Il mio bisnonno, Michelangelo Di Stefano, originario di Pettorano sul Gizio, in provincia dell’Aquila, nel marzo del 1900 compra la tenuta Mazzocchio a Pontinia, investe quindi sulla pianura pontina, ancor prima dell’ultima bonifica avvenuta fra il 1929 ed il 1935 ad opera del governo Mussolini. A soli 17 anni, risolleva le difficili sorti in cui la famiglia era caduta a seguito della fine dello Stato Pontificio, fa scendere squadre di carbonai dall’Abruzzo e inizia qui attività di disboscamento e raccolta di legname per la fornitura di carbone e traversine delle nuove linee ferroviarie del Regno d’Italia. Fra le mille difficoltà, la malaria si porta via suo fratello e i briganti rapiscono prima suo padre Pasquale, poi anche lui. Michelangelo è un visionario e porta qui l’industria elettrica, fornendo corrente a tutto il territorio, apre un’infermeria di primo soccorso in azienda.

Dopo diversi tentativi falliti di bonifica finanziati da alcuni papi, è Mussolini a procedere con la bonifica dell’Agro Pontino. Il primo progetto prevede l’esproprio generalizzato di tutte le terre ma è Michelangelo a convincere lo stesso Mussolini che lo Stato avrebbe fatto più economia lasciando ai proprietari la terra e l’onere di bonificarla. E’ un’operazione titanica, che prevede grande sacrificio da parte di tanti imprenditori e lavoratori , con un lavoro senza tempo e l’accensione di mutui a 50 anni. Solamente nella sua azienda vengono scavati a mano 80 km di fossi per canalizzare le acque e drenare la terra. Viene coltivato il riso e allevato bestiame, cavalli, vacche e bufale, le più resistenti ed efficaci nel lavoro di ripulitura dei fossi.

Comincia così l’avventura della bonificazione e della coltivazione dei terreni, dell’allevamento di vacche e bufale.

L’amore per la campagna e per Fossanova viene portato avanti con passione sia da Pasquale, mio nonno, che dalle sue figlie Emanuela e Costanza, entrambe imprenditrici coraggiose.

A lasciare traccia sul territorio anche la SASIFO, la cava di sabbia silicea, importante giacimento per la produzione del vetro.

Accanto alla mia famiglia lavorano i fratelli Consalvi, Silvagni, Celani, la famiglia Senarighi e molti altri, con trasporto, entusiasmo e generosità.

Nel 1932, il nonno, cede allo Stato italiano la proprietà dell’abbazia e nel ’59 tutela il borgo e i boschi che lo circondano ottenendo il vincolo paesaggistico.

Sua figlia, mia madre, Emanuela Di Stefano nel 1977 ottiene il vincolo architettonico, a Lei e alla passione di Margherita Cancellieri e Gianni De Rossi dobbiamo gli scavi che hanno riportato alla luce i resti delle terme romane del I’ secolo a.C. A lei lo splendido auditorium dell’antica Infermeria dei conversi, ceduto gratuitamente alla Provincia di Latina per farne teatro di cultura e la realizzazione del bellissimo museo dedicato alla ricostruzione storica di Fossanova.

A mio padre, Pierluigi Verga, sono dedicate le attività nate a cavallo degli anni ’60.

Comincia così l’avventura della bonificazione e della coltivazione dei terreni, dell’allevamento di vacche e bufale.

L’amore per la campagna e per Fossanova viene portato avanti con passione sia da Pasquale, mio nonno, che dalle sue figlie Emanuela e Costanza, entrambe imprenditrici coraggiose.

A lasciare traccia sul territorio anche la SASIFO, la cava di sabbia silicea, importante giacimento per la produzione del vetro.

Accanto alla mia famiglia lavorano i fratelli Consalvi, Silvagni, Celani, la famiglia Senarighi e molti altri, con trasporto, entusiasmo e generosità.

Nel 1932, il nonno, cede allo Stato italiano la proprietà dell’abbazia e nel ’59 tutela il borgo e i boschi che lo circondano ottenendo il vincolo paesaggistico.

Sua figlia, mia madre, Emanuela Di Stefano nel 1977 ottiene il vincolo architettonico, a Lei e alla passione di Margherita Cancellieri e Gianni De Rossi dobbiamo gli scavi che hanno riportato alla luce i resti delle terme romane del I’ secolo a.C. A lei lo splendido auditorium dell’antica Infermeria dei conversi, ceduto gratuitamente alla Provincia di Latina per farne teatro di cultura e la realizzazione del bellissimo museo dedicato alla ricostruzione storica di Fossanova.

A mio padre, Pierluigi Verga, sono dedicate le attività nate a cavallo degli anni ’60.

Il piccolo maneggio e circolo ippico, il ristorante La grancia di Francesco e Daniela Maiola, il restauro nel 1995 della bella enoteca oggi Caffè dei Guitti di Vincenza Senarighi, amica coraggiosa che si è lasciata conquistare dal buon gusto delle cose semplici e ben fatte.

Anche Amalia è qui con noi con il suo laboratorio di pasticceria che ogni giorno magicamente profuma l’aria di zucchero. Famosi i suoi biscotti alla vaniglia e le pesche al cioccolato.

Il vecchio forno di Albino, dopo vari avvicendamenti, nel 1999 è stato restaurato per il progetto di agriturismo e la trasformazione del grano della nostra azienda agricola Procoio ed è tornato a sfornare pizze e focacce nella cucina di quello che negli anni si è poi trasformato in quello che oggi è il Ristorante Il Forno del Procoio, in cucina gli chef Alessandro e Donatella, in sala l’accoglienza di Chiara e Giuseppe sono i punti di forza di questo ristorante, affacciato con il suo bel giardino sulla piazza centrale.

Scendendo verso l’antico ingresso dove i monaci costruirono la foresteria per i pellegrini, si apre il Museo medievale, ancora oggi visitabile e di fianco sotto l’arco d’ingresso, la bella Foresteria, un tempo ricovero di uomini e animali, poi anche caseificio.

Il piccolo maneggio e circolo ippico, il ristorante La grancia di Francesco e Daniela Maiola, il restauro nel 1995 della bella enoteca oggi Caffè dei Guitti di Vincenza Senarighi, amica coraggiosa che si è lasciata conquistare dal buon gusto delle cose semplici e ben fatte.

Anche Amalia è qui con noi con il suo laboratorio di pasticceria che ogni giorno magicamente profuma l’aria di zucchero. Famosi i suoi biscotti alla vaniglia e le pesche al cioccolato.

Il vecchio forno di Albino, dopo vari avvicendamenti, nel 1999 è stato restaurato per il progetto di agriturismo e la trasformazione del grano della nostra azienda agricola Procoio ed è tornato a sfornare pizze e focacce nella cucina di quello che negli anni si è poi trasformato in quello che oggi è il Ristorante Il Forno del Procoio, in cucina gli chef Alessandro e Donatella, in sala l’accoglienza di Chiara e Giuseppe sono i punti di forza di questo ristorante, affacciato con il suo bel giardino sulla piazza centrale.

Scendendo verso l’antico ingresso dove i monaci costruirono la foresteria per i pellegrini, si apre il Museo medievale, ancora oggi visitabile e di fianco sotto l’arco d’ingresso, la bella Foresteria, un tempo ricovero di uomini e animali, poi anche caseificio.

Le sue due belle sale di pietra e il rigoglioso giardino, nel 2000 sono stati restaurati per gli eventi, le feste e i ricevimenti di nozze. E’ stata cornice di eventi importanti pubblici e privati e ad oggi continua ad accogliere ogni genere di evento. E’ sede di riferimento per la convegnistica.

A confine con le mura abbaziali, l’antica Infermeria, magnifico auditorium da 250 posti. Da anni ospita stagioni musicali con i concerti del campus di Latina ed è lo splendido contenitore di convegni e manifestazioni importanti.

Un particolare e importante ringraziamento per quanto realizzato va a mia madre Emanuela, personaggio intrepido e originale che ha inciso magicamente sulle trasformazioni e sulle evoluzioni di Fossanova.

Grazie al nostro Cencio per i suoi canti sul carretto, a Sandrina, Fiorella, Maria e Ada per l’amore ricevuto.

Le sue due belle sale di pietra e il rigoglioso giardino, nel 2000 sono stati restaurati per gli eventi, le feste e i ricevimenti di nozze. E’ stata cornice di eventi importanti pubblici e privati e ad oggi continua ad accogliere ogni genere di evento. E’ sede di riferimento per la convegnistica.

A confine con le mura abbaziali, l’antica Infermeria, magnifico auditorium da 250 posti. Da anni ospita stagioni musicali con i concerti del campus di Latina ed è lo splendido contenitore di convegni e manifestazioni importanti.

Un particolare e importante ringraziamento per quanto realizzato va a mia madre Emanuela, personaggio intrepido e originale che ha inciso magicamente sulle trasformazioni e sulle evoluzioni di Fossanova.

Grazie al nostro Cencio per i suoi canti sul carretto, a Sandrina, Fiorella, Maria e Ada per l’amore ricevuto.

Un piccolo mondo sempre orientato al futuro

Il Borgo oggi è proiettato verso il futuro, fedele custode di un’eredità ormai millenaria, e pronto ad essere sempre più un centro di attrazione e di servizi per chi ama il bello, il genuino e l’innovazione. La capacità di comprendere dove va la nostra società, come si evolvono i suoi bisogni è il modo più giusto e rispettoso di onorare la memoria e l’insegnamento di chi ci ha preceduto.